10 agosto 2000

Gentili Signori,

ho ricevuto il graditissimo vostro "Ricordo di Francesco" e vi sono particolarmente riconoscente per avermelo inviato ad un anno esatto dal decesso del vostro caro figlio. La lettura di quelle belle pagine e il contemplare le sue fotografie mi hanno rinnovato non soltanto la grande commozione provata durante la celebrazione della S. Messa al rifugio Gnifetti, ma anche la profonda pena per una tragedia umana che lascia soprattutto in voi, genitori, una incancellabile e immensa sofferenza.

Le brevi note biografiche di Francesco mi hanno fatto conoscere un eccezionale giovane di fede e questo non fa che aumentare il rimpianto della sua più che prematura morte, ridestando nel contempo quei molti "perché?" che non trovano umane risposte, ma lunghi silenzi nei quali solo la Parola di Dio può esprimersi e la luce divina asciugare il velo delle lacrime. In Francesco, soprattutto voi che lo avete dato alla luce, potete e dovete aver tanta fiducia; potete appoggiarvi nei momenti dello sconforto, nella certezza che la sua generosità, la sua abnegazione, il suo darsi agli altri, l'impegno nelle attività parrocchiali e, soprattutto, la sua sincera amicizia con Gesù lo tengono vivo e presente non soltanto nel cuore di colore che lo hanno conosciuto, ma in modo particolare nel cuore di Dio (ed è ciò che conta in modo particolare). "Siamo nelle mani del Signore": sono parole di Francesco.

La Messa, nel giorno della Madonna delle Nevi, è stata come sempre particolarmente commovente. Purtroppo le brutte condizioni del tempo hanno impedito a molti di salire; il che, comunque, non ha tolto nulla alla intensità dei ricordi.

A tutti voi giunga il mio cordiale saluto e la mia benedizione.

+ Alberto Maria Carreggio V.