A che giova
trascinare lo straccio della vita
sgualcita, sdrucita ... e subito finita
Finita,
recisa d'un tratto, senza umano motivo
scivolano via gli anni: "ma son mai stato vivo?"
Vivo,
come la cenere, morto come un bocciolo
la triste identità di chi calpesta il suolo
Il suolo
e non il cielo, che tragico destino
quello che oggi ha chiamato quel breve ragazzino
Ragazzino
breve come la sua esistenza,
"a scuola distinguevamo l'assenza dalla presenza!"
Presenza
che d'un tratto diventa inconsistente
scivolano via gli anni: "ho vissuto veramente?"
Veramente
di questi anni non mi restan che perché
tra cuore, gola e mente il primo è "a che ...?"
A FABIO (20-3-98)
"... Forse domani a quest'ora non sarò esistito mai ..."
A ME (non capisco e forse non capirò)
"... Tuttavia sia fatta non la mia ma la tua volontà ..."